FER: nuove agevolazioni per le fonti energetiche alternative

E’ stata prodotta la bozza del decreto del Ministero dello sviluppo che regola per il triennio 2018-20 l’incentivazione delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER): eolico on shore, solare fotovoltaico, idroelettrico, geotermia tradizionale, gas di discarica e di depurazione.

Tre sono gli obiettivi del decreto: ridurre l’impatto dell’energia sull’ambiente, ridurre la dipendenza dall’importazione di combustibili usando risorse come il vento o il sole e rendere più leggere le bollette degli italiani. L’obiettivo di spesa totale di incentivo è fissata in 5,8 miliardi di euro l’anno (articolo 1), meno della metà di quanto oggi gli italiani pagano di incentivi attraverso la voce A3 delle bollette elettriche. Il sussidio durerà dai 20 ai 30 anni secondo le dimensioni dell’impianto da aiutare.

Al momento la bozza del documento (a cui manca che per essere definitivo il via libera del Ministro dell’ambiente, il confronto con le Regioni, con Arera e infine con la Commissione europea) prevede alcune importanti novità quali:

  • eliminazione dell’accesso diretto all’incentivo per i piccoli e piccolissimi impianti
  • nuovo incentivi per gli impianti fotovoltaici di taglia medio-grande
  • riduzioni tariffarie (rispetto al Dm 23 luglio 2016) per mini-eolico e mini-idroelettrico
  • incentivo dedicato agli impianti fotovoltaici per gli impianti medio grandi (esclusi gli impianti domestici e quelli di piccola taglia)

Eliminazione dell’accesso diretto agli incentivi

L’accesso agli incentivi dovrebbe avvenire prevalentemente tramite procedure competitive basate su criteri economici quali iscrizioni ai Registri per gli impianti di potenza fino a 1 MW e di Aste al ribasso per quelli di potenza superiore a 1 MW. Per i piccoli impianti sotto i 100 chilowatt resta la tariffa semplice onnicomprensiva. L’incentivazione non è prevista per gli impianti con potenza minore di 20 chilowatt. La cancellazione del meccanismo di accesso diretto avrà però un effetto disincentivante specialmente verso le piccole iniziative. Questo meccanismo, forniva una prima certezza sulla remunerazione dell’investimento, proprio per gli impianti di piccola taglia, appannaggio delle famiglie e dei piccoli investitori.

Sarà quindi possibile accedere agli incentivi tramite 7 bandi per il meccanismo di asta e 7 per i registri.

Le aste saranno suddivise per gruppi di tecnologie, in base alla capacità di ridurre i costi:

Gruppo A: i (impianti eolici) – ii (impianti fotovoltaici);

Gruppo B: iii (impianti idroelettrici) – IV (impianti geotermoelettrici) – V (impianti a gas residuati dei processi di depurazione) – VI (impianti alimentati da gas di discarica);

Gruppo C: impianti oggetto di rifacimento totale o parziale e rientranti nelle tipologie degli impianti eolici , impianti idroelettrici e impianti geotermoelettrici.

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Come partecipare

Le richieste di partecipazione alle procedure di accesso agli incentivi dovranno essere inviate al Gse ( esclusivamente tramite il sito www. gse.it), utilizzando modelli approntati e pubblicati dal gestore stesso. La domanda di partecipazione dovrà essere presentata entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando e la graduatoria sarà pubblicata dal Gse entro 90 giorni dalla chiusura dei bandi.

Nella formazione delle graduatorie degli investimenti cui assegnare il sussidio la preferenza andrà all’intelligenza del progetto come gli impianti costruiti sulle discariche oppure come gli impianti geotermici che riniettano nel sottosuolo i fluidi che ne erano stati estratti.

Ricordiamo, inoltre, che dal 1 gennaio 2018, fino alla data di entrata in vigore del nuovo decreto, nessun impianto da FER, entrato in esercizio nello stesso periodo, potrà accedere ad alcun incentivo.

Fotovoltaico

La bozza del Decreto vede il re-inserimento degli incentivi al fotovoltaico ma esclusivamente per gli impianti medio grandi, escludendo gli impianti domestici prevedendo la remunerazione dell’energia immessa in rete da impianti fotovoltaici al di sopra dei 20 kW, cioè quelli che non possono accedere alle detrazioni fiscali. In particolare, l’energia immessa in rete prodotta da impianti in regime di cessione totale (restano esclusi gli impianti connessi in scambio sul posto – SSP) verrà remunerata da GSE con una tariffa di 110 €/MWh per impianti da 20 a 100 kW, e di 90 €/MWh, per impianti da 100 kW a 1 MW.

Mini-eolico

Le tariffe per il mini-eolico sono nuovamente diminuite rispetto a quanto già stabilito dal DM 23 luglio 2016, passando da 0,250 €/kWh per potenze inferiori a 20 kW e da 0,190 €/kWh per impianti con potenza inferiore a 60 kW a 0,140 €/kWh per impianti con potenze comprese tra 0 e 100 kW nominali. A differenza del fotovoltaico il costo degli impianti mini-eolici negli ultimi 5 anni non ha registrato diminuzioni significative, ciò a causa dell’incidenza dei costi fissi di installazione, relativi alle opere civili, elettriche e agli iter autorizzativi. Un impianto mini-eolico da 60 kW, oggi ha un costo che varia da 220 a 280 mila euro, a fronte di una produzione che può variare 110 MWh/anno a 180 MWh/anno. Nel caso migliore, massima produzione e minimi costi, il piccolo imprenditore, accedendo alla tariffa prevista nella bozza di decreto, potrà ricavare circa 25.000 €/anno, ricavo a cui corrisponde un tempo di ritorno dell’investimento (Pay Back Time – PBT) pari a 9 anni. Nel caso peggiore, l’investimento sarà del tutto infruttuoso poiché il PBT sarà pari a 18 anni, quasi coincidente all’intera durata dell’incentivo che è fissata in 20 anni.

Si rileva che la soglia di 100 kW come taglia di riferimento per il mini-eolico, non ha attinenza né con le soglie relative ai titoli autorizzativi e abilitativi (D.Lgs. 3 marzo 2011, n.28), né con le taglie delle piccole turbine eoliche disponibili sul mercato (20 kW, 30 kW, 60 kW e 200 kW).

Mini-idroelettrico

La bozza del provvedimento prevede anche la disincentivazione della tecnologia del mini-idroelettrico. Gli incentivi, per questa tipologia di FER, passerebbero da 210 €/kWh e 195 €/kWh (per impianti fino a 250 kW e fino a 500 kW) previsti nel DM 23 luglio 2016 a 140 €/MWh per gli impianti fino a 500 kW previsti nella bozza.

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